MAINARDI:
il Vermouth
del 1850

Il Vermouth dell'Accademia:
il Vermouth
del 1919

 

 

 

 

 






 

 

 

Il 1800: la moda degli Aperitivi

Il Vermouth fu un vino molto amato dall’aristocrazia torinese. Secondo i testi enologici di fine 1800, il vero Vermouth di Torino, il migliore e più pregiato, doveva essere preparato impiegando come vino base il Moscato di Canelli.

Nel 1841 si effettua con successo un test di spedizione di Vermouth a Rio de Janeiro e Bahia, voluto dal Generale Staglieno, enologo di Re Carlo Alberto.

In quegli anni conobbero una sempre più vasta affermazione alcune Case divenute storiche per questa importante produzione.

I loro nomi e i loro marchi diventarono il simbolo di nuovi stili di vita e del rito dell’aperitivo. Artisti famosi lavorarono per la pubblicità del vermouth, creando immagini che divennero dei classici nella storia dei manifesti pubblicitari e nel successo comunicativo di alcuni specifici marchi.

Il vermouth nelle sue varie tipologie diventò rapidamente un prodotto richiesto su larghissima scala.

I principali mercati internazionali erano rappresentati dall’America Latina e dagli Stati Uniti, mentre in Europa la domanda veniva principalmente da Germania, Francia, Svizzera e Olanda.

Il consumo nazionale italiano, divenuto un vero e proprio fenomeno di costume, era soprattutto concentrato a Torino, Milano, Genova e Roma, città dove l’aperitivo era giunto a rappresentare un vero e proprio rito.

Divenne un classico l’appuntamento al bar per un vermouth, prima del pranzo o della cena. Anche in casa diventò abituale offrire un vermouth agli ospiti.

Nelle vetrinette degli armadi modesti o elegantissimi erano esposti in bella vista dei graziosi e preziosi servizi, con i caratteristici piccoli bicchieri, riservati proprio al servizio di questa tipica bevanda.

 

 

 

 

 

 

 

       

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